Il Codice Calixtino o Codex Calixtinus, conosciuto anche come “Liber Sancti Iacobi”.

CHI HA SCRITTO IL CODEX CALIXTINUS?

Opera del XII secolo, si attribuisce al Papa Calixto II, anche se probabilmente non è lui l’autore.

CHE COS’È IL CODEX CALIXTINUS?

Siamo di fronte alla prima e più importante guida del Cammino di Santiago, di grande rilevanza e importanza per il cristianesimo.

Si tratta della raccolta di vari manoscritti, di contenuto eterogeneo e variabile, che furono redatti tra gli anni 1120 e 1170, in modo indipendente. È composto da 5 sezioni o libri e alcuni appendici musicali per un totale di 225 pagine, che sono conservate nell’Archivio della Cattedrale di Santiago de Compostela. La versione finale del Codice fu realizzata tra il 1160 e il 1170.               

Il codice è dedicato interamente a esaltare la devozione all’apostolo e al pellegrinaggio alla sua tomba sin dal XII secolo.

LIBRO I

È il più esteso di tutti i libri che compongono il Codice Calixtino e raccoglie omelie e frammenti relativi alla liturgia dell’Apostolo Giacomo.

LIBRO II

Include 22 miracoli attribuiti o per intercessione dell’Apostolo Giacomo, realizzati in diverse regioni d’Europa, il più famoso dei quali è quello che si verificò a Santo Domingo de la Calzada, nel cosiddetto “Miracolo del Gallo e della Gallina

LIBRO III

Il Libro III ci narra il trasporto del corpo dell’Apostolo, dalla Palestina a Santiago de Compostela, nell’anno 44 della nostra era e l’usanza dei primi pellegrini di raccogliere conchiglie, come simbolo del loro pellegrinaggio. 

LIBRO IV

Conosciuto anche come “Turpín” o “Pseudo Turpin”, essendo stato attribuito all’Arcivescovo di Reims, o “leggenda di Carlo Magno”, per essersi apparso l’Apostolo all’imperatore germanico, affinché liberasse la sua tomba dai musulmani.

Pellegrinaggi al Cammino di Santiago

LIBRO V – LA PRIMA GUIDA DEL PELLEGRINO

Guida del Pellegrinaggio”, o “Liber Peregrinationis”, il più famoso di tutti i libri del Codice Calixtino, poiché costituisce la “prima guida del pellegrino” e dell’Europa, redatta con quasi tutta probabilità, dal clérigo francese Aymeric Picaud, nell’anno 1139.

Aymeric, oltre a essere il redattore di questo libro, è molto probabile che fosse anche il responsabile della raccolta di tutta l’opera, della quale passiamo a fare una descrizione dettagliata: 

CAPITOLO I

Nel Capitolo I, ci vengono descritti i “quattro itinerari dalla Francia a Santiago de Compostela”, di cui tre si incontrano a Roncesvalles e il quarto entra in Spagna attraverso il passo di Somport, unendosi nella località navarra di Puente la Reina, con gli itinerari provenienti da Roncesvalles per convergere in un unico cammino fino a Santiago de Compostela. Oggi fare il Cammino di Santiago da Sarria è diventata l’opzione più comune, con un percorso di 111 km, il tratto più corto per arrivare alla Cattedrale di Santiago, con tappe abbastanza pianeggianti, e per ottenere contemporaneamente il Certificato della Compostela.

CAPITOLO II

Ci vengono dettagliate le “13 giornate di cammino”, da Saint Michel, nelle vicinanze del Passo di Cize, fino a Santiago, alcune strade del Cammino di Santiago a piedi e altre a cavallo. Nel Medioevo e nell’Età Moderna era molto importante essere un buon pellegrino, ti invitiamo a conoscere il nostro Manuale del Buon Pellegrino.

CAPITOLO III

Si cita, sequenzialmente, tutte le città e villaggi del Cammino lasciando traccia, in alcune note dell’autore, delle loro caratteristiche più importanti così come il rapporto di alcuni dei ponti e fiumi più significativi. L’autore fa notare che la relazione dettagliata di tutte le località è stata realizzata “perché i pellegrini si preoccupino di provvedere alle spese del viaggio, quando partono per Santiago”

CAPITOLO IV

Si riferisce ai “tre ospedali dei pellegrini nel mondo”, che furono creati per l’assistenza, l’alloggio, la nutrizione e il sollievo dei pellegrini che intraprendevano le diverse peregrinazioni storiche: Roma, con l’“Ospedale di Mont Joux”, situato ai piedi delle Alpi e fondato da San Bernardo, a Gerusalemme, con l’“Ospedale di Gerusalemme” e l’“Ospedale di Santa Cristina”, situato nel Passo di Somport o Summo Portu, per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela.

Codex Calixtinus

CAPITOLO V

Vengono citati i nomi di alcuni dei restauratori e promotori del Cammino di Santiago (re, imperatori, papi, ecc.), che favorirono il pellegrinaggio delle persone dirette a visitare la tomba dell’Apostolo.

CAPITOLO VI

Vengono considerati i “fiumi buoni e cattivi lungo il Cammino”, dai passi di Cize e Somport fino a Santiago, tra cui figurano, per citarne alcuni:

Il fiume Salado che passa dal luogo chiamato Lorca, “attenzione a non bere da esso, né tu né il tuo cavallo, poiché è un fiume mortale”

Il fiume Ega, che passa per Estella “acqua dolce, sana e straordinaria”

Il fiume Ebro, che passa per Logroño “acqua sana e ricca di pesci”

I fiumi di acqua dolce e sana per bere, che dal Pisuerga, che passa per Itero, fino al fiume Sar, che scorre tra il Monte del Gozo e Santiago de Compostela, esistono, e con la curiosità del cosiddetto Lavacolla, perché “in una zona rigogliosa attraverso la quale passa, a due miglia da Santiago, i pellegrini di nazionalità francese che si dirigevano a Santiago, si toglievano i vestiti e, per amore dell’Apostolo, si lavavano non solo le parti intime, ma anche lo sporco di tutto il corpo”.

Aymeric Picaud fece questa lunga descrizione affinché “i pellegrini che vanno a Santiago cerchino di evitare di bere nei fiumi mortali e possano scegliere quelli sani per sé e per i loro cavalli”

CAPITOLO VII

Ci riflette sui “nomi delle regioni e caratteristiche delle persone che si incontrano lungo il Cammino di Santiago”. Questo capitolo è molto preciso e dettagliato, narrando le peculiarità, l’idiosincrasia e le forme di vita degli abitanti di ciascuna delle zone, paesi o villaggi attraversati dai pellegrini fino a Santiago de Compostela, così come le usanze, i cibi, i coltivazioni, ecc., più rilevanti di ciascuna, e le precauzioni da prendere in ciascuna di esse quando le attraversiamo.

CAPITOLO VIII

Vengono dettagliati, con ogni lusso di particolari, i Corpi dei santi che riposano lungo il Cammino di Santiago e che devono essere visitati dai pellegrini, così come le vicissitudini della loro vita e morte, miracoli e sepolcri.

peregrinare al cammino di santiago

CAPITOLO IX

Descrive le caratteristiche della città di Santiago de Compostela e della sua cattedrale. Si cita che “la città di Compostela si trova tra due fiumi chiamati Sar e Sarela”, oltre ai nomi delle porte che danno accesso alla città.

Vengono anche citati il numero delle chiese della città (10), tra cui “situata al centro, risplende gloriosa come la più importante, quella del gloriosissimo Apostolo Giacomo, il figlio di Zebedeo”.

Segue una descrizione molto dettagliata della basilica di Santiago, sia all’interno che all’esterno.

CAPITOLO X

Viene citato “il numero di canonici di Santiago”

CAPITOLO XI

Ci parla “dell’accoglienza che bisogna riservare ai pellegrini di Santiago”, citando testualmente: “Tutti devono accogliere con carità e rispetto i pellegrini, ricchi o poveri… poiché chi li accoglie e li ospita con cura avrà come ospite non solo Santiago, ma anche lo stesso Signore…”

Il Codice Calixtino fu uno strumento efficace di propaganda del primo Arcivescovo di Santiago, Diego de Gelmírez, che lo utilizzò per promuovere il Cammino di Santiago e, di conseguenza, elevare il prestigio della città di Santiago de Compostela, per cui è stato considerato la figura più importante della peregrinazione jacobea. Nei tempi antichi i pellegrini si sistemavano dove potevano, dormendo anche per strada. I pellegrini viaggiavano con un budget molto limitato e con le poche cose che avevano. Oggi è anche possibile fare un Cammino di Santiago organizzato e economico con Viajes Mundiplus.

IL FURTO DEL CODEX CALIXTINUS

Come fatto aneddotico, mercoledì 11 giugno 2011 avvenne il furto del Codice Calixtino, mentre era custodito nella cassaforte dell’Archivio della Cattedrale, mettendo in evidenza l’insicurezza della sua custodia.

Dopo un anno di indagini, fu arrestato l’autore del furto, un elettricista che aveva lavorato per 25 anni nella manutenzione della Cattedrale. Fortunatamente, il Codice fu ritrovato in buone condizioni e, per la gioia di tutti, tornò dove doveva stare, nella Cattedrale di Santiago.